domingo, 30 de octubre de 2016




DISCONNETTERSI, UN DIRITTO SACROSANTO. IN FRANCIA É LEGGE, MA STACCARE É NECESSARIO COME RESPIRARE.

Perché bisogna essere martellati da mail ed sms, prima o dopo, il normale orario di lavoro? Perché una donna che finisce di lavorare e vuole dedicarsi alla sua famiglia deve essere comunque rintracciabile dal suo ufficio?

Dico subito che, dal mio punto di vista, il diritto alla disconnessione è sacrosanto. Siamo bombardati da sms, mail, telefonate, messaggi di varia natura, foto e video, e abbiamo il diritto, oltre che il dovere, di staccare la spina, di prendere una pausa, di non essere triturati da questa infernale macchina tecnologica che ormai è entrata dentro le nostre vite. Tutti i giorni. Tanto ne abbiamo diritto, se queste comunicazioni riguardano il lavoro che la disconnessione diventa naturale, perfino ovvia, al di fuori degli impegni presi con un’azienda o con il titolare di un ufficio. Certo, tutti possiamo trovarci nella condizione di lavorare in un giorno di festa (a me capita anche frequentemente), ma deve trattarsi di una scelta e non di un obbligo, e comunque nei giorni di festa, in generale, non si lavora. E allora perché bisogna essere martellati da mail ed sms, magari con le parole minacciose di un Capo autoritario e dispotico, al di fuori, dopo o prima, del normale orario di lavoro? Perché una donna che finisce di lavorare e vuole dedicarsi alla sua famiglia, alla sua casa, ai suoi figli, deve poi subire la violenza di essere comunque rintracciabile dal suo ufficio?

IN FRANCIA LA LEGGE SUL DIRITTO ALLA DISCONNESSIONE -
In Francia il tema è talmente sentito che il diritto alla disconnessione è diventato una legge dello Stato. Anzi, fa parte della nuova legge sul lavoro e dal 1° gennaio nessun dipendente di un’azienda, può essere costretto ad essere reperibile, con il telefono o con il computer, dopo e prima dell’orario di lavoro. Quando si stacca, si stacca: punto ed a capo. La legge non prevede sanzioni specifiche, ma lascia aperte le porte al negoziato tra sindacati e datori di lavoro per avere una certa flessibilità sull’argomento. È chiaro, infatti, che in alcuni casi possa essere necessario, se non indispensabile, dare una disponibilità ad essere connessi anche fuori dall’orario di lavoro. pensiamo a un affare che si deve concludere e per il quale si attende una firma o una comunicazione in serata.
DIRITTO ALLA DISCONNESSIONE IN ITALIA -
Legge a parte, il diritto alla disconnessione è già una buona pratica in tante aziende, in Europa come in America. Per esempio alla Volkswagen sono vietate tutte le comunicazioni dopo le 18,15 e nei giorni del fine settimana. E regole simili esistono in diverse multinazionali americane. Anche in Italia, nell’ambito della legge sul “lavoro agile” in discussione in Parlamento, si ipotizza il diritto alla disconnessione. Ma, ripeto, queste sono le norme, che tengono conto anche dell’enorme quantità di ore che, di solito, passiamo negli uffici, durante il lavoro, a scrivere mail ed sms. Con il rischio di gonfiare uno spreco enorme di tempo, di salute, e di tensioni di stress. Prima delle norme, molto prima, dovrebbe valere un’idea di qualità della vita, di benessere individuale e collettivo, di stabilità delle nostre relazioni e dei nostri comportamenti con gli altri: disconnettersi è, sotto questo punto di vista, una necessità. Insostituibile. Come respirare, bere, mangiare.

LEGGE PER IRREPERIBILITÀ FUORI UFFICIO -
Capisco di dire una cosa forte, ma riflettete guardandovi allo specchio e ricostruendo le vostre giornate. Non vi sembra che al loro interno ci sia un enorme spreco in funzione di un’eccessiva connessione con smartphone, cellulari e computer? Se partite da questa risposta, allora non avrete bisogno di alcuna legge per migliorare la qualità della vostra vita. Ed essere magari anche un tantino più sereni e in pace con voi stessi e con gli altri.

FONTE: http://www.nonsprecare.it/diritto-alla-disconnessione-legge-francia

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